Palazzo Serra di Cassano
via Monte di Dio 14,15

scalone

salone

La scala-scultura del Sanfelice. XVIII sec.

La sala d'ingresso all'appartamento ducale.

In una delle zone più antiche della città, nell'area di Pizzofalcone, nucleo originario dell'antica Partenope, si erge il grandioso palazzo della famiglia Serra duchi di Cassano, che oggi ospita nell'appartamento al piano nobile l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
 I Serra di origine genovese trapiantata piùvolte a Napoli, già dal XII secolo, ma dal XVII secolo ascritti al seggio di Portanova con Giovanni Francesco Serra, figlio di Girolamo Serra e di Veronica Spinola, diedero origine ai due rami napoletani della famiglia: i Serra di Gerace ed i Serra di Cassano.
Il palazzo, progettato da Ferdinando Sanfelice agli inizi del XVIII secolo fu voluto dal Duca Serra nonno del famoso Gennaro, martire della Repubblica Napoletana del 1799 che fu portato al patibolo il 20 agosto in piazza Mercato.

In questo secolo alla fine degli anni '50 il palazzo fu completamente restaurato dal Duca Francesco Serra, con l'opera degli architetti Jappelli e Schioppa poichè durante la seconda guerra mondiale fu gravemente danneggiato, e oggi rappresenta, specie negli interni, un perfetto esempio di magione settecentesca.

L'edificio, che occupa un'area inserita tra due strade parallele, via Monte di DEio e via S.Maria Egiziaca, ha due ingressi, quello principale era proprio su quest'ultima strada, rivolto verso Palazzo Reale, e attraverso un androne con arco a tutto sesto si accedeva all'ampio cortile ottagonale che si apre sullo scalone.
Su via Monte di Dio da dove attualmente viè l'ingresso, troviamo invece una facciata - completata da Giuseppe Astarita - più lineare, con paraste corinzie poggiate su di un alto basamento di piperno, con i due portali a bugne dello stesso materiale e al di sopra la grande balconata del piano nobile.
Il magnifico scalone a doppio rampante progettato dall'architetto Sanfelice è inserito in un grande ambiente con gli angoli arrotondati e coperto con volta a padiglione. La struttura della scala è in piperno mentre le balaustre e i fregi sono in marmo bianco statuario.

L'interno è altrettanto maestoso e prezioso con la sala o vestibolo d'ingresso affrescata da Giuseppe e Gioacchino Magri con dipinti di grandi prospettive architettoniche sia alle pareti che al soffitto, restaurata dopo l'ultima guerra mondiale. Segue la sala del Direttorio con il pavimento rosso, tipicamente settecentesco e la volta con i riquadri delle pareti verde chiaro. Il salone da ballo di circa 280 metri quadrati è stato ricostruito nel dopoguerra ed è oggi adibito a sala conferenze. Altro mbiente significativo è la sala delle Quattro Stagioni così detta per i dipinti di Giacinto Diano che decorano i sovraporte ai quattro lati, inseriti nei riquadri che decorano i vani e le mostre delle porte in marmo rosa. A questa sala seguono quattro anticamere che fungono da salottini, che costituivano la zona di rappresentanza dell'appartamento nobile. Ultimo ambiente di grande interesse è la Sala dei Capitoli, dipinta dal Diano, con un grande affresco nella volta e quattro ovali negli angoli, che rappresentano le battaglie di Scipione l'Africano, la decorazione è in stucco dorato con ghirlande e fogliami di grande effetto decorativo. Altri ambienti conservano ancora suppellettili, quadri e lampadari antichi. In definitiva un edificio nel quale fra storia patria e alta cultura si conserva il meglio della nostra città.

Sergio Attanasio, I Palazzi di Napoli, architetture ed interni dal Rinascimento al Neoclassico, E.S.I. Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1999.

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